Nel 2021 anche a causa della recente pandemia la chiesa ha dato un impulso eccezionale alla spinta della chiesa e alla sua digitalizzazione sia a livello web sia a livello social e come tutti i mezzi di trasporto di grandi masse anche il web, come è classico anche la grossa influenza della chiesa ha mosso sia movimenti favorevoli sia movimenti negativi nei confronti degli Ambassador che si sono schierati.
La chiesa ha inventato il marketing? Ne ha fatto un libro anche Bruno Ballardini dal titolo molto piccato in “Gesù lava più bianco” una raccolta di documenti e irriverenza sulla storia della comunicazione pubblicitaria nella chiesa cattolica. (Trovate la scheda dell’autore a questo link)
Chiesa e Web Marketing, da anni la strategia che funziona
Dalla prima grande diretta sia televisiva che sui social di Papa Francesco durante la pandemia, anche le piccole chiese han deciso di mettere una pezza ai vari coprifuochi, una soluzione che poteva sembrare innovativa ma che molte realtà locali avevano già iniziato da almeno un anno a trasmettere i propri contenuti sui vari canali social per riuscire ad abbracciare con tutte le varie funzioni quella fetta di utenti impossibilità ad uscire.
I social sono sicuramente di forte interesse per la chiesa che anche se non aperto mai in modo ufficiale, si sta avvicinando fortemente ai più con una presenza massiccia di divulgatori non ufficiali ma che riescono a spostare una grossa fetta di utenti sia in accordo che in disaccordo, ma sfruttando la primaria legge del marketing, purché se ne parli.
Il caso emblematico della presenza social della chiesa è sicuramente il litigio di Don Alberto Ravagni con Fedez, chiunque stia sui social qualche ora al giorno conosce sicuramente il prete prezzemolino che commenta e ha una intensa vita social, questi forti “influencer” sono sicuramente un’ottima strategia da parte della chiesa per coinvolgere una grossa fetta d’utenza che si è allontanata dopo l’ultimo sacramento obbligatorio.
Don Alberto solo su Instagram conta 134 mila seguaci, è una interazione per post veramente non male visto che ogni post sfiora i 10.000 like, molto più di moltissime influencer che presidiano i social giorno e notte.
La presenza basta per radunare i fedeli?
Volente o nolente la chiesa è sicuramente obbligata a rimanere sui social, un bacino così grosso di utenti non può essere lasciato senza un presidio di presenza e questo gli uffici marketing del Vaticano lo san benissimo
Sembrerebbe che la sola presenza basta per far crescere una utenza consapevole e a riavvicinare i fedeli che si smarriscono sulla via, i molti profili di cattolici in voga sui social che abbiamo analizzato forniscono essenzialmente sempre una risposta alle domande più comuni della gente, come se si fosse voluto creare un passaggio superiore per cercare delle risposte che molte volte i ragazzi smettono di cercare allontanandosi dalla chiesta stessa.
I molti profili social ovviamente si uniscono ad una sequela di portali web che cercano costantemente di riunire e organizzare i vari fedeli, i portali web sono principalmente composti da preghiere come laparoladidio.it mentre altri sono portali per la raccolta fondi delle varie iniziative ecclesiastiche.
I numeri della chiesa online
Partiamo sicuramente con l’account più importante, infatti il santo padre detiene su Twitter ben 4,9 milioni di Follower, a ruota sempre su Twitter possiamo trovare il cardinal Ravasi con 110.000 follower.
Su instagram invece il santo padre non ha molto feeling, infatti, il suo account si ferma a soli 63 mila follower ma come detto prima il social è presidiato dalle vedette come Don Ravasi che tengono alta l’asticella della chiesa.
Su facebook visto anche il target di utenti spopolano pagine dedicate al santo padre con migliaia e migliaia di seguaci, gruppi con 100 mila utenti che hanno tassi di interazione paurosi, dimostrando come la presenza e il target corretto ci possono far muovere l’interazione a livelli veramente monstre.
Quindi sicuramente il web marketing della chiesa è ben fatto, siti web ben posizionati nella propria nicchia con una concorrenza pari allo 0, la giusta presenza sugli altri social per riuscire a far sentire e cercare di recuperare una piccola % di utenza che potrebbe essere al bivio, una presenza poi costante anche dei sottogruppi locali che uniscono la cittadinanza e lo spostamento di opinione soprattutto su facebook che come abbiamo spiegato prima si sposa perfettamente al target desiderato.